Benvenuto, Ospite
Nome utente: Password: Ricordami

ARGOMENTO: Samarcanda? Sì, E Vi Dico Com'è Andata.

Samarcanda? Sì, E Vi Dico Com'è Andata. 03/05/2013 00:42 #7316223

  • Fernik
  • Avatar di Fernik
  • OFFLINE
  • Messaggi: 5717
  • Ringraziamenti ricevuti 44
  • Tessera CTI n.: 0087
  • Moto: : Ténéré 600 modello 34L,Ténéré 660 3YF
Che puntata negativa...

Una di quelle che si capisce subito che vanno a finire male o, perlomeno, non finiranno bene.

Di certo, hai toccato con mano la differenza tra il viaggiare in solitaria ed il muoversi in compagnia di qualcuno (di valido! In caso contrario, è meglio essere da soli...).

Peccato per il volo, ma in quell'occasione hai trovato un vero angelo... in pensione, ma angelo! 8)
Dopo l'incidente, avresti potuto essere anche a Parigi, ma, con quello che ti era successo, avresti avuto le palle girate ugualmente... :evil:
Figurarsi in un buco di città ex-sovietica destinata a sparire. :evil: :evil:

Vabbé... Tutta esperienza!

:ciao:


Il mio vecchio SWM 125 Six Days ER sarebbe fiero di me...

"Gira che è una meraviglia!"

Samarcanda? Sì, E Vi Dico Com'è Andata. 03/05/2013 00:50 #7316224

Grassie! in realtà sto ancora postando in questo momento e dovrei finire tra un paio d'ore...
ripassa domattina per la fine del capitolo... :D

Sì, fernik... palle girate di sicuro, anche perchè dopo km di sterrato son caduto sull'asfalto nuovo.
Però è stata la botta che mi ha rasserenato definitivamente.
Non tutto il male viene per nuocere... o no? :mrgreen:

Samarcanda? Sì, E Vi Dico Com'è Andata. 03/05/2013 08:24 #7316252

ok ...questa prima parte del capitolo è fatta.
stasera o domatina lo completo.
poi un altro solo e abbiamo finito..
ufffff
grazie per la pazienza signori :D

Samarcanda? Sì, E Vi Dico Com'è Andata. 03/05/2013 08:48 #7316259

  • AleCT
  • Avatar di AleCT
  • OFFLINE
  • Messaggi: 21927
  • Ringraziamenti ricevuti 216
  • Tessera CTI n.: 589
  • Moto: : XTZ 750 SuperTènèrè
Grazie a te per aver condiviso con noi la tua grande avventura!!! 8) :up: :ciao:
..salta in sella al TéNéRè!!!

MEGLIOMONOCHEBOXER
Tessera n° 589

Samarcanda? Sì, E Vi Dico Com'è Andata. 03/05/2013 09:35 #7316274

:cavallo:

Samarcanda? Sì, E Vi Dico Com'è Andata. 05/05/2013 21:39 #7317140

inanzi tutto complimenti per lo splendido report... mi sto organizzando x prox. estate per Samarcanda e vorrei sapere com'è la reperibilità della benzina verde(anche in Kazakistan)..conviene portarsi taniche di riserva? grazie.

Samarcanda? Sì, E Vi Dico Com'è Andata. 06/05/2013 01:12 #7317220

in UZ troverai per lo più 80 ottani. in KZ la reperibilità è buona. dipende da cosa vuoi fare. se non ti allontani dalle vie principali non dovresti avere problemi, anche perchè qualcuno che te la vende con un piccolo sovrapprezzo (per noi irrisorio) lo trovi sempre.
Una tanica da 5 la puoi sempre prendere lì. Io l'ho presa iin un bazar, in acciaio, ma me la potevo risparmiare.

Samarcanda? Sì, E Vi Dico Com'è Andata. 06/05/2013 02:29 #7317223

e vabbò.... mi sa che finiamo sto capitolo oggi và...

Samarcanda? Sì, E Vi Dico Com'è Andata. 06/05/2013 03:22 #7317227

Capitolo 7



grooveshark.com/s/Sideshow/2L5ECW?src=5

Riparto con calma dopo aver fasciato bene il ginocchio di nuovo asciutto, caricato la moto ed essermi sparato mal volentieri un nescafè nell’enorme e pacchiana sala ristorante dell’hotel.
La strada mi benedice ancora con il suo asfalto liscio fino ad Aktobe, dove giungo più o meno all’ora di pranzo.
Sono a poche decine di km dalla Russia e si vede: il verde è diffuso e ci sono anche alberi bassi e corsi d’acqua.
Addirittura un fiume dove qualcuno pesca vicino a mandrie di vacche felici e ignare del deserto a pochi kilometri.





Pranzo in un self service frequentato perlopiù da impiegati che mi guardano straniti, in particolare due signore che non mi tolgono gli occhi di dosso. Potrei spararmi le pose dell’avventuriero ma non ne ho nessuna voglia ne bisogno.
Mi sembra quasi di essere tornato alla civiltà, ma dura poco: dopo Aktobe la strada si biforca e io, invece di andare a nord verso Oral, punto a sudovest verso Atyrau, imboccando la M27.
Il paesaggio per un po’ rimane verde e bucolico.







Quello che cambia con una certa rapidità è l’asfalto che inizia a diventare sempre più sconnesso,
non tanto per le buche quanto per i solchi lasciati dai mezzi pesanti.





Mi perdo dentro una cittadina di nome Alga, fatta di casermoni sovietici e più avanti, in un punto imprecisato, per i sobbalzi in velocità perdo la valigia destra, quella legata col fil di ferro fin da Samarcanda. Fortunatamente non ho nessuno dietro .
Smadonno e pure tanto ma la valigia, a parte qualche ammaccatura e strisciata, è intatta.
Il fil di ferro che ho con me è troppo sottile per reggere le sollecitazioni ma non è un problema trovarne di più grosso:
la M32 e la M27 sono praticamente tappezzate di acciaio filiforme di qualsiasi forgia e dimensione.
Credo sia ciò che rimane di migliaia di gomme esplose e lasciate lì a macerarsi con gli sbalzi di temperatura, oltre ai resti di fondi stradali distrutti e spalati un po’ più in là e altri rifiuti di questo tipo.
Ho avuto fino alla fine il terrore di forare con tutta questa ferraglia sotto le gomme, ma stavolta si rivela provvidenziale.
Sistemo la valigia sotto gli sguardi incuriositi e divertiti dei kazaki che passano.
Più a sud vado, più il verde si dirada, meno asfalto rimane sulla strada e gli abitanti (almeno quei pochi che incontro)
diventano più scorbutici e inospitali.




Durante un rifornimento ho una questione con il gestore della stazione di servizio e il suo sottoposto.
Liquidato, mentre sbraito, con un “guarda quella donna! Bella vero?”
Più avanti quando ormai il paesaggio si è inaridito e l’asfalto non c’è più, dei bulletti mi si parano davanti con la loro auto e
mentre qualcuno di loro, tra cui una ragazza, fanno foto coi telefonini, il Little Boss mi sfotte, dicendo di non conoscere il russo ma capendo tutto quello che dico.
Vado via appena inizia a darmi schiaffetti sul casco provocando sugli altri ilarità sguaiata.
Mi hanno poi superato sgommando e non li ho più visti.



Non posso non pensare, di nuovo, che qui sono l’extracomunitario: sono quello diverso che nessuno rivendica.
E per chi è cresciuto nel nulla a latte di cammello e telenovele russe non posso che essere nulla più di un coglione da sfottere con cui passare un pomeriggio diverso.
E i ventenni di provincia annoiati, di qualsiasi parte del mondo, possono essere molto pericolosi.
Quest’ incontro mi fa tenere gli occhi aperti fino al tramonto quando, ormai nel nulla su una strada cosparsa di buche grandi come crateri , decido di accamparmi per la notte.

grooveshark.com/s/Space+Cadet/2Ogr9f?src=5 (questa sentitevela tutta che merita)





Il prossimo centro abitato non è lontano più di una 50ina di km,
ma andando verso ovest il sole tramonta dritto in faccia ed’è difficilissimo fare lo slalom in mezzo ai crateri sulla strada non vedendoli.
E a questa velocità dovrei farmi un bel pezzo in notturna e proprio non è il caso.
Certo non sono tranquillo a starmene lì da solo ma prendo un paio di precauzioni, tipo uscire dalla “strada” principale mentre l’ultimo camion in lontananza non mi può più vedere per poi percorrere una pista secondaria che mi porta dietro un avvallamento,
così da non essere visto dalla strada se non a km di distanza.



La luna è già alta e si preannuncia molto luminosa.
Per evitare riverberi che segnalerebbero la mia presenza nella notte copro il faro con un asciugamano e smonto una valigia utilizzandola come sedia.
Sono soddisfatto della giornata:
oggi ho guadagnato un’ora di fuso e, anche se non riesco ancora a caricare sulla gamba sinistra, in due giorni ho fatto un bel po di strada. Mangio una scatoletta e un pò di formaggio rimastomi dalla sera prima nel silenzio più totale, interrotto solo un paio di volte da un paio d’auto sulla M27 e da un’altra che percorre una delle decine di piste che uniscono punti persi chissà dove.
Per il resto silenzio e calma assoluti.



Non c’è neanche un filo di vento e devo dire che la sensazione è addirittura fastidiosa:
nelle orecchie che mi fischiano riesco a sentire perfino i battiti del mio cuore, e ogni suono che produco muovendomi sembra amplificato.
La definirei un sensazione di disagio, non essendoci abituato.
Mi ritrovo con mia sorpresa ad accendere un po’ di musica per riempire il vuoto di rumori che tanto ho desiderato.
La spengo quando sento uno sbuffo a pochi metri da me: è una mandria di cavalli che pascola al chiaro di luna.



Sto un po’ a godermi la notte limpida e piena di stelle nonostante la luna quasi piena, continuando a ripetermi che il mondo è bello e io voglio vivere come quei cavalli, ai quali non mi avvicino solo per non rompergli le palle.
E mi ripeto anche che valeva la pena di tutto questo sbattimento per vivere una notte così.
Dormirò di filato fino all’alba, svegliato solo una volta dal rumore di pentolame fuori dalla tenda.
Ho subito immaginato fossero i bulletti del pomeriggio e mi sono messo a urlare “chi c’è là?” (come se mi potessero capire).
Aperta la tenda vedo in lontananza la sagoma di un animale simile a un piccolo cane mentre mi accorgo che il formaggio e il pane lasciati fuori dalla tenda non ci sono più. In compenso il mio amichetto mi ha lasciato una cacca molto educata vicino alla tenda.



All’alba e senza caffe (la bombola mi si è scaricata nel sacco) riprendo la M27 e le sue voragini,
tra mandrie libere di bovini e cavalli e falchi che si alzano in volo spaventati dal mio passaggio.



Prendo il mio mezzo litro di caffè in una chaikhana al primo centro abitato, mentre in tv danno una fiction su una boyband kazaka, una sorta di kiss me lycia con gli occhi a mandorla.
Lì divido il lavabo all’ingresso con due fratelli di Almaty in viaggio in fuoristrada attraverso il paese.



grooveshark.com/s/Chach/2q23gg?src=5

La strada è sempre quella, in pessime condizioni e senza speranza di trovare 10 metri di asfalto buono.
Non è facile con un ginocchio fuori uso:
Quando devo necessariamente alzarmi in piedi faccio leva sul manubrio col braccio sinistro e non riesco a fare lunghi tratti in piedi.
E’ un vero peccato avere tutta questa pista davanti a me e farla azzoppato.
Mi dico che è sempre meglio che farla ingessato o non farla proprio.



Il nastro d’asfalto è completamente sprofondato ai lati, mentre al centro si aprono voragini più lunghe della moto stessa.
Tanto che a un certo punto capisco che è meglio attraversarle piuttosto che evitarle.
Ma le gomme quasi lisce non mi ispirano molta sicurezza su questo fondo così ruvido, allora mi faccio coraggio e scendo anch’io fuori strada.



Anche perché se ci vanno tutti perché non dovrei andarci io?
Qui il fondo è migliore rispetto agli sterrati della M32:
compatto e veloce, solo ogni tanto qualche pozza di fango che con le dovute cautele attraverso lateralmente dopo aver preso bene la mira.
Anche qui ogni tanto mi tocca tornare indietro perché non mi fido ad attraversare una macchia di fango di 10 metri.
Ma tutto sommato me la sto cavando abbastanza bene.
Il ginocchio va meglio anche se non ho cambiato la medicazione.
Anzi forse proprio per questo.
Comunque è ancora gonfio e stare in piedi è una piccola tortura, ma le endorfine che ho addosso fanno il loro lavoro egregiamente.



Le piste sono tante ed è divertente arrivare alle biforcazioni e scegliere quale prendere, anche perché il rischio di perdermi è basso per via della strada sempre visibile in questa pianura.Il Navigatore lo tengo acceso ma giusto per tenere traccia della strada fatta. Anche Sofia se la sta cavando bene, divorando ogni avvallamento e rispondendo reattivamente a ogni comando. Da qualche giorno batte in testa quando apro con decisione, tanto che quando stavo nella sabbia verso Aral avevo paura si fossero fottute le valvole. Poi mi sono ricordato che da 2 settimane sta bevendo benzina a 80 ottani con chi sa quante schifezze dentro e mi sono tranquillizzato. Mentre sto li a cercare le piste buone mi viene da sorridere pensando che anche se mettessi vodka e ‘nduja nel serbatoio lei andrebbe lo stesso.



Dopo la metà della mattina il vento si alza e ancora sono sferzato da raffiche di sabbia.
Sono quasi all’esasperazione quando le deviazioni mi portano su una strada non segnata sulle mappe opensource che rapidamente mi riporta sull’asfalto e mi accorgo con piacere che sono a Dossor.
Da qui è iniziato tutto quasi due settimane fa e qui finalmente sono ritornato.
Anche se sconnesso, pieno di buche e infido, l’asfalto mi accoglie come una carezza irresistibile per il mio ginocchio tormentato.
Faccio benzina in un distributore strafico ai bordi della città e mangio in un posto sulla strada,
assordato dalla dance kazaka anche se sono l’unico cliente mentre la tipa al banco non fa altro che chattare via smartphone.
Devo segnalare che la dance di questo locale è la peggiore di tutto il viaggio:
passano per due volte una cover di “zombies “dei Cranberries (gruppo che odio ma meritevole di rispetto) su base a cassa dritta e con
il testo che recita “ Who’s sleeping in your bed” invece che “they’re crying in your head”.
Ovvero: come trasformare un testo sulla questione Irlandese in un gossip di corna e ficco galeotto.
Il top del kitsch post-sovietico!
Con l’occasione do quasi fondo agli ultimi tengè visto che prevedo di uscire entro la serata per puntare verso Astrakhan e dormire nello stesso appartamento dell’andata.
Ripercorro la stessa strada da cui sono entrato con i suoi solchi e buche e mi sembra un’ autobahn dopo gli ultimi quattro giorni passati a respirare e sollevare polvere.
Sento forte l’odore del mar Caspio, cosa a cui non potevo far caso quando entrai all’andata.
Sono tentato di girare verso un paesino sulla costa al tramonto ma ho fretta di uscire da questo paese.
Non sopporto più i suoi abitanti, ne’ i pozzi di petrolio e i cammelli in mezzo ai coglioni sulle strade:
ne ho beccati anche di acciaccati dai camion sul ciglio stradale.
Fa una certa impressione vedere degli animali morti così grandi a zampe all’aria e con la pancia gonfia per la decomposizione.
Sì, voglio uscire dal Kazakhstan al più presto.





Ci tornerò di sicuro per visitare la parte orientale e la regione prossima all’Altai che a naso mi è parsa popolata da gente più cordiale.
La regione centro occidentale è stata tosta e la sua gente ancora di più.
O forse sono io semplicemente stanco di correre e tutto mi appare negativo.
Vorrei vedere il Caspio ma punto deciso verso la frontiera, salvo poi fermarmi a Ganyushkino, l’ultima città prima del confine:
Sta facendo buio e vorrebbe dire arrivare ad Astrakhan di notte giocandomi il mattino del giorno dopo.
Avrei fatto meglio ad andare sul Caspio e accamparmi lì se mi fossi deciso prima:
l’hotel non accetta carte e bancomat, per cui devo tornare in città a prelevare.
Ormai è buio e le auto mi abbagliano in risposta ai miei fari che puntano in alto per il troppo carico:
non serve a nulla lampeggiare per fargli capire che quelli sono gli anabbaglianti.
Loro mi piantano in faccia i loro abbaglianti quasi a punirmi, come se lo stessi facendo apposta.
Trovo l’ unico bancomat funzionante e ritorno all’hotel per prendere possesso della stanza, abbastanza pulita e con una doccia enorme.
Visto il prezzo non proprio economico della stanza rinuncio a mangiare al ristorante dell’albergo e compro qualcosa al market di fianco.
Sono veramente distrutto e dopo la doccia e la medicazione mangio di nuovo guardando la TV, stavolta una fiction russa dal titolo “boomerang”.
Anche se non capisco tutte le parole, anzi ben poche visto che i russi parlano molto velocemente, è chiarissima la trama:
Lui (insignificante) tradisce Lei (gnocca) con Una più Giovane (sempre gnocca).
Le compra vestiti, prende una casa insieme a lei e tutte queste cose, fin quando la moglie non lo scopre e allora lo sbatte fuori di casa e contatta l’ex fidanzato della Giovane (brutto ma massiccio) e comincia a vessare la coppia di amanti oltre che a smerdare il marito in ogni modo, ad esempio scopandosi l'ex della Giovane.
Sto lì a guardare questa gran boiata spalmato sul letto, mentre dalla sala ristorante arrivano voci di donne in festa insieme alla kazak- dance a tutto volume. Potrei andare a prendermi una vodka, di cui pure sento il bisogno, e so che diventerei in un attimo l’attrazione della serata, dando così soddisfazione a un ego ormai sottoterra da qualche giorno.
Ma sono distrutto al punto tale di non voler vedere nessuno, figuriamoci una mandria di kazake tirate a festa per un addio al celibato.
La cosa buona di tutto ciò è che l’indomani sono al confine alle dieci.
Sono gasato.
Sono eccitato.
Nei pochi kilometri tra l’albergo e la frontiera ho strombazzato allegramente ai veicoli che mi incrociavano, salutando tutti con segno di vittoria e un allegro “allu culu compà!”.



grooveshark.com/s/Occurrence+On+The+Border/2LZXQ8?src=5

Fumo un paio di sigarette mentre aspetto il mio turno, spingendo a mano la moto man mano che la fila scorre.
Come sempre i veicoli russi passano prima, sbrigando poche formalità.
Quando tocca a me arrivo al controllo passaporti con fare del tipo “dai, sbrighiamo sta pagliacciata che ho fretta!”
Ma vedo che il tipo nella garitta inizia a fare telefonate.
Il soldato che ha scambiato un paio di parole con me chiedendomi della moto e del viaggio mi sia avvicina e mi dice di mettere di lato la moto,
mentre parla con il collega nella garitta.
Prende il mio passaporto e mi dice di seguirlo.
Andiamo nel blocco degli uffici, posto lateralmente al lotto rispetto alle corsie per i veicoli.
Saliamo uno o due piani di scale, lui con passo fermo e io zoppicando.
Mi chiede di aspettare in uno slargo dove è allestita una saletta d’attesa dopo avermi fatto parlare con un superiore.
Lo spazio, per quanto angusto, è comunque decente: ci stanno un divano e una poltrona in pelle nera e ,se non ricordo male, delle piante in plastica.
Sui muri, oltre a poster dell’esercito, mappe geografiche del Kazakhstan e foto che mostrano l’addestramento dei prodi soldati kazaki, anche vignette umoristiche sulla vita militare.
Tra tutte mi ricordo in particolare una in cui a due soldati veniva ordinato di scavare una buca da un superiore il quale dice: “voi scavate, stasera passerò a dirvi perché”.
Il titolo era una cosa tipo la saggezza del tenente o qualcosa del genere
(non ho mai capito un cazzo dei gradi militari italiani, figuriamoci cosa posso capire di quelli kazaki).
Finora sono stato abbastanza tranquillo, ma ora comincia a salirmi una certa ansia.
Ho capito che ho un problema coi documenti ma non mi è chiaro quale.
Infine il soldato ritorna e mi svela l’arcano:
questo è il mio 6° giorno di permanenza nel paese ed entro il 5° avrei dovuto timbrare il foglio d’immigrazione all’ufficio della Polizia preposto all’uopo.
Ora mi tocca tornare alla città più vicina, trovare la Polizia, pagare la multa, farmi timbrare il foglio e tornare qui per poi uscire.
Alla mia richiesta se fosse possibile fare tutto da loro mi viene risposto di no: il timbro dell’immigrazione spetta alla polizia.
Porca puttana porca! Adesso non solo mi sento extracomunitario.
A tutti gli effetti sono un clandestino!
Torno di volata a Ganyushkino, dove mi assicurano troverò la polizia.
Sono incazzato una iena e mentre corro sui solchi dei camion i veicoli in direzione contraria strombazzano salutandomi con un “allu culu compà!” allegro e brioso.
Vaffanculo paese di merda!
Sono sicuro al 100 % che farò la gioia di qualche stronzo in divisa ben felice di aiutarmi in cambio di una mancia.
La polizia sta vicino al bancomat della sera prima.
E’ un edificio col solo piano terra, non diverso dalle altre casupole a fianco, se non fosse per le sbarre agli infissi.
Quelle sulla porta sono chiuse e sorvegliate dall’interno da uno sbirro con in braccio un mitra.
Un paio di persone aspettano nel vialetto d’ingresso.
Spiego la mia situazione al tipo della reception quando mi viene ordinato di parlare.
Mi dice di aspettare l’ufficiale che sta per arrivare.
Provo a sedermi sui gradini ma il mitragliere, con sguardo completamente inespressivo, mi intima di alzarmi chè lì non si può stare, giovanotto!

Samarcanda? Sì, E Vi Dico Com'è Andata. 06/05/2013 04:52 #7317228

Si comincia a sentire la mancanza di casa...
Dai, continua che siamo ansiosi di sapere come finisce...
"La moto è come una ragazza. Dipende dalla carburazione: grassa va piano; magra, si spacca"

Samarcanda? Sì, E Vi Dico Com'è Andata. 06/05/2013 09:35 #7317252

Bravo Totò!! :book:

Samarcanda? Sì, E Vi Dico Com'è Andata. 10/05/2013 12:42 #7318957

brava tu, peppina! :D

Samarcanda? Sì, E Vi Dico Com'è Andata. 11/05/2013 17:42 #7319406

  • Fernik
  • Avatar di Fernik
  • OFFLINE
  • Messaggi: 5717
  • Ringraziamenti ricevuti 44
  • Tessera CTI n.: 0087
  • Moto: : Ténéré 600 modello 34L,Ténéré 660 3YF
Eh si!

Tra le righe si sente la fretta di tornare, la stanchezza di sentire quelle che ci sembrano parole strane invece del proprio idioma e un pochino di apprensione per essere da solo e perciò, tutto sommato, in balìa del primo che passa.

Sono convinto che, con il ginocchio a posto, avresti fatto volentieri l'ospite d'onore a quell'addio al celibato! 8)

Belle le foto!

Non ho avuto ancora tempo per i video... :(

Lo stile è sempre coinvolgente!

Bravo!

:ciao:


Il mio vecchio SWM 125 Six Days ER sarebbe fiero di me...

"Gira che è una meraviglia!"

Samarcanda? Sì, E Vi Dico Com'è Andata. 23/05/2013 17:18 #7323500

Bellissimo racconto.
Bellissimo.
Grazie.

Samarcanda? Sì, E Vi Dico Com'è Andata. 26/05/2013 13:16 #7324237

bene signori....
vado a postare l'ultimo capitolo.
sarà un po lunghetto e con molto piu scritto che foto.
ho trovato cosa fare in questa domenica incerta....
Tempo creazione pagina: 0.252 secondi